Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009

Oltre l'efficienza
Energie rinnovabili
per superare la crisi


Combattere inefficienza e sprechi è la parola d'ordine del nuovo millennio

di Giorgio Nanni

In economia si suole considerare l'inefficienza uno spreco. Ma è vero anche il contrario che lo spreco sia inefficienza. Risulta quindi, e non è solo un sillogismo letterario, che molti Governi che sprecano risorse sono inefficienti.
Si stanno da anni consumando in modo crescente risorse esauribili come quelle naturali, in primis l'acqua e la terra, e le fonti fossili, generando per contro una quantità crescente di rifiuti (che altro non sono che spreco). Di più, si trascura di utilizzare risorse come il sole, il vento e la geotermia, che invece sono rinnovabili, anche se non sono accumulabili e quindi non sono soggette alla legge economica della domanda e dell'offerta. Cosa, questa, che le rende meno appetibili. Non utilizzare oggi i raggi del sole, non significa risparmiare su questa energia per utilizzarla più in là quando fosse possibile sfruttarla a pieno (una scelta peraltro lungimirante in caso di risorse accumulabili). Non stiamo, utilizzando un detto popolare, mettendo del fieno in cascina. Stiamo invece disperdendo (cioè sprecando) una risorsa rinnovabile che va sfruttata oggi. Stiamo perdendo occasioni, con il rischio di dovere poi e in tutta fretta riparare i danni prodotti da un sistema energetico dichiaratamente inefficiente e decisamente ingiusto, che pure abbiamo alimentato come in preda a un'isteria collettiva. La crisi economico-finanziaria, che ci ha messo di fronte al rischio di perdere il benessere faticosamente raggiunto è probabilmente un buon viatico verso la nostra resipiscenza.
Possiamo - e molti lo sperano - uscire da questa tempesta cambiando radicalmente la nostra idea di sviluppo. Di fronte ad una crisi inedita, perché figlia di uno spreco diventato stile di vita nessuno è in grado di fare previsioni. Ma se verrà affrontata nella maniera giusta, come ha detto il Presidente Napolitano, questa crisi potrà essere una opportunità per costruire un'Italia più forte, più efficiente e più giusta.
"Se adottiamo un giusto mix di politiche, le azioni per il cambiamento climatico potrebbero - come ha dichiarato Sir Nicholas Stern - formare una parte centrale di un piano economico diretto a moderare gli effetti della recessione e uno stimolo fiscale "verde" potrebbe fornire un'efficace accelerazione all'economia, accrescendo la domanda di lavoro in maniera tempestiva e, al tempo stesso, porre le fondamenta per una forte e sostenibile crescita futura" .
I programmi di stimolo economico approvati o proposti nei grandi paesi sono marcatamente orientati in questo senso: sono in gran parte programmi di "green economy", di "green new deal", di creazione di lavoro nei settori energetici e ambientali.
L'Italia ha la possibilità, e quindi ha l'obbligo morale, di trasformare i suoi ritardi in punti di forza, rilanciando un grande piano che renda più efficiente il Paese.
Nel documento di Ambiente Italia, realizzato per la Provincia di Roma, si legge "Per raggiungere questi obiettivi bisogna focalizzare gli sforzi su quelle misure che coniugano al meglio efficacia ambientale ed efficienza economica, quali, ad esempio, un investimento nella ristrutturazione energetica degli edifici genera più benefici locali e innesca più impresa, occupazione e ricerca locale rispetto a un investimento in auto ibride o elettriche. […] Bisogna, inoltre, puntare sulle misure che intervengono sui settori più esposti alla crisi - come l'edilizia -, edilizia "verde" naturalmente, e che possono massimizzare gli effetti occupazionali, che creano localmente imprese e servizi duraturi e che non dipendono dall'importazione di tecnologie e prodotti manifatturati, che mettono in rete attività industriali e attività di ricerca, sviluppando un lavoro ambientale qualificato (i cosiddetti "green collar jobs"), che servono a creare il contesto, le infrastrutture (materiali e immateriali) di un nuovo ciclo di sviluppo. Infrastrutture sostenibili, quindi, che migliorano la dotazione di capitale sociale e riducono l'impronta ecologica".

Homepage

 

   
Num 91 Maggio 2009 | politicadomani.it